Il sadismo delle bambine

Si dice che le fantasie riguardanti il femdom e il foot fetish siano strettamente maschili, e che le donne, di indole maggiormente passiva e sottomissiva, al limite si possono adattare per compiacere il partner. Eppure, mi capitò durante l’infanzia di sperimentare il sadismo di una mia compagna di giochi, in almeno due occasioni.

Piedi di bambineEro bambino, di sicuro non avevo ancora sostenuto l’esame di quinta elementare: allora eravamo soliti giocare con una bimba di tre anni più piccola di me, figlia di amici di famiglia.

Una volta, eravamo a cena a casa loro, e noi stavamo giocando in camera della piccola, fra bambole, orsacchiotti, coperte e mobili rosa. Lei era molto vivace, e delle volte tirava anche degli schiaffi a noi maschietti: quella volta, tuttavia, la sua vivacità si era realizzata soltanto nel creare una grande confusione in camera, con giocattoli e bambolotti sparsi dappertutto sul pavimento. Probabilmente nemmeno io e mio fratello eravamo esenti da colpe, nell’aver creato tutto quel disordine: fatto sta che nostra madre, infuriata, entrò nella stanza e, forse anche per fare bella figura coi padroni di casa, ci costrinse a rimettere a posto i gocattoli in un cesto di plastica. Seccati e frustrati all’inverosimile, ci stavamo dedicando al compito così umiliante, mentre la bambina aveva iniziato a picchiarci sulla schiena con una stampella, mentre io facevo finta di difendermi. Si sarebbe potuto scommettere sul fatto che da grande sarebbe diventata una mistress, ma purtroppo ciò non è avvenuto.

Sempre la stessa bambina fu protagonista di un episodio che vide partecipare in prima persona i suoi piedi. Era estate, e stavamo tornando a casa dopo una giornata passata al mare. Anche in questo caso, avrò avuto intorno ai dieci anni. Le nostre mamme erano sui sedili anteriori, mentre noi tre stavamo dietro. Non ricordo come si arrivò a fare quel gioco: forse il sottoscritto aveva, nel corso della giornata, stuzzicato la nostra amichetta riguardo ai suoi piedi, deridendola sul fatto che puzzassero. Lei, dal canto suo, aveva iniziato a stamparmeli sul viso, mentre fingevo di essere schifato e di girarmi dall’altro lato. Mi sembra quasi di risentire l’odore di quelle piante, reduci da una giornata di sabbia e acqua salata. Provavo una forte eccitazione, e speravo che quel viaggio non finisse mai. Cosa che ovviamente non fu, e quando ci salutammo, realizzai quanto fossi eccitato e quanto il mio volatile si fosse indurito.

A ripensarci oggi, viene da chiedersi se magari nelle donne non ci sia nascosta una bambina interiore che voglia giocare a umiliare i compagni di gioco con i suoi piedi.

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