Russian Mistress

Dalla Russia con perfidia – parte III

Taty, la sissy, stava pulendo e riordinando la scarpiera della sua padrona. Questa aveva una collezione pressochè sconfinata di scarpe di ogni tipo, colore e forma, da quelle più economiche a quelle più lussuose.Russian Mistress
Quando si trovava in quello sgabuzzino, circondata da tutto quel ben di Dio, Taty si sentiva in paradiso. Era una delle mansioni che svolgeva più volentieri, pur essendo il lavoro lungo, impegnativo e meticoloso.
Poteva sentire il profumo delle scarpe avvolgerla da ogni lato. Pulire le scarpe doveva essere un vero e proprio rituale, insegnatogli a suon di schiaffoni e frustate da Alena nel corso degli anni. Come prima cosa, doveva prendere in mano con delicatezza la singola scarpa, annusarla e baciarla dieci volte. Poi poteva iniziare a pulirla. Aveva l’obbligo di usare la lingua solo per le scarpe di uso comune, ad esempio le decoltee da lavoro o gli stivali. Ogni paio di scarpe aveva il suo posto, ed Emanuele doveva prestare molta attenzione nel riporle nel giusto ordine: al rientro, la sua matrigna avrebbe controllato e lo avrebbe punito al minimo errore.

La stessa operazione la doveva ripetere spesso anche per le scarpe della sorellastra, la principessina Natasha. Quest’ultima si divertiva sadicamente nel gettare di nuovo in disordine tutte le sue scarpe dopo che lo schiavetto le aveva sistemate.
Così che egli doveva ripetere il lavoro daccapo: se avesse potuto, avrebbe senz’altro preso a schiaffoni quella bimba insolente e dispettosa, che invece doveva chiamare principessa e alla quale doveva sottostare per volere di Alena.
Alla filippina Tala spettavano mansioni assai più leggere e sostenibili: anzi, questa spesso scaricava su Emanuele alcune delle proprie incombenze, dato che Alena glie ne aveva dato licenza. Anche se malvolentieri, Taty era costretta ad una certa sudditanza anche nei suoi confronti, il che era forse ancor più umiliante che non il dover sottostare alla sorellastra.
Spesso per punizione Alena costringeva il figliastro ad annusare e baciare le calze, i piedi sudaticci o le scarpe di Tala dopo che questa aveva lavorato.

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Un giorno la perfida Alena decise che il percorso di femminizzazione del figliastro dovesse subire un salto di qualità. Per fare ciò, sapeva che l’indole sottomissiva e docile del ragazzo non era sufficiente, così come la castità forzata alla quale lo aveva costretto. Ci serviva, in defintiva, un altro strumento. Lo trovò informandosi sul web, sulle varie community a tema BDSM: era un dispositivo telecomandato che provocava uno shock elettrico ai testicoli.

Lo mise al collo dei testicoli di Taty, appena sotto la gabbia di castità, e lo testò immediatamente, inviando impulsi di intensità e durata variabile per vederne l’effetto sulla povera sissy, che trasaliva o si accasciava a terra in preda a fitte lancinanti. Nel vedere questa scena, Alena provava un piacere sottile, ridacchiando mentre il figliastro, a terra fra gli spasmi muscolari, la supplicava di smettere. Un congegno veramente diabolico: semplicemente spingendo un tasto, la Dea provocava al ragazzo un dolore di gran lunga superiore a quello di uno schiaffo, un calcio o una frustata, con uno sforzo nettamente minore.
Spesso, mentre lei e il compagno erano seduti sul divano, si divertivano a far ballare la troietta davanti a loro, sollecitandola con gli impulsi elettrici. Il percorso di femminizzazione era iniziato proprio dalle movenze di Taty, che doveva indossare anche le scarpe col tacco per quasi tutto il giorno. Anche la voce doveva essere la più femminile possibile, pena ripetuti shock elettrici ai testicoli. Si divertivano un mondo quando Taty finiva per cadere dai tacchi, mentre era sotto shock elettrico. Quando invece faceva la brava, Taty veniva premiata dalla padrona con una carezza.Mistress Russa

Una volta curate le movenze, la voce e l’aspetto fisico, arrivò il fatidico giorno di apprendere l’arte della fellatio e dell’irrumatio. Alena iniziò con piccoli strap-on di gomma, e la maestra incaricata di insegnare a Taty tale arte fu la filippina Tala, dato che la bella russa non si volle abbassare a tale livello di contatto con il suo schiavo. Nuovamente, Taty si trovò in ginocchio di fronte alla colf, alla sua mercè. Alena era lì, in piedi, a supervisionare la lezione e a punire il figliastro con gli shock se necessario.

Tala iniziò con il penetrare la bocca di Taty con falli di piccola dimensione, spingendoli sempre più in profondità nella gola della sissy, che faceva resistenza, tossendo e sbavando per terra. Man mano che avanzava nel percorso, e che aumentava sia la dimensione dello strapon che la profondità e la veemenza della penetrazione di Tala, Emanuele si abituò a prendere aria e a non tossire troppo, vincendo il senso di soffocamento. Dalla pratica della irrumatio passò poi alla fellatio: dovette imparare quindi a muovere il collo e a succhiare con sensualità sempre più elaborata il fallo. In questa fase gli shock erano frequenti e intensi, dato che aveva molto ancora da imparare. La lezione successiva sarebbe stata quella di succhiare il pene reale di un uomo.

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